Un confronto con Andrea Braglia, consulente finanziario indipendente

Portafoglio multi-asset: attenuazione della volatilità e miglioramento dell’efficienza di portafoglio

I tassi di interesse sempre più vicini allo zero, talvolta negativi, e i mercati azionari estremamente volatili hanno appiattito notevolmente i rendimenti finanziari attesi dagli investitori, rendendo indispensabile l’esposizione ad asset class alternative, decorrelate rispetto a quelle tradizionali; gli alternatives (e.g. private equity, venture capital, real estate, risorse naturali, private debt) consentono di ottimizzare il rapporto rischio-rendimento del portfolio finanziario in quanto presentano una bassa correlazione con i tradizionali mercati quotati. In questo senso, l’aggiunta di alternatives, rende un portafoglio già diversificato più stabile e meno suscettibile alle incertezze di mercato. Infine, è stato confermato come questa tipologia di investimenti in media offra un ritorno maggiore rispetto alle tradizionali asset class.

Per contro, è importante sottolineare come queste tipologie di investimenti abbiano alcune caratteristiche non sempre accettabili e apprezzate dagli investitori; a titolo d’esempio, l’orizzonte temporale di queste asset class è più o meno lungo (in media 5-7 anni). Inoltre, la maggior parte degli investimenti alternativi ha come oggetto aziende non quotate; pertanto, la liquidabilità è ottenibile solo alla scadenza dello strumento finanziario. È proprio l’illiquidità una delle ragioni principali per cui molti investitori sono ancora restii ad allocare una determinata percentuale del patrimonio in alternative asset classes.

VantaggiSvantaggi
DiversificazionePotenziale illiquidità
Volatilità molto contenutaSize minima di ingresso mediamente elevata
Rendimento medio atteso elevatoOrizzonte temporale d’investimento lungo

Lo stato dell’arte dell’investimento in private markets e real assets: la visione di Andrea Braglia

C’è un’ampia varietà di strategie alternative sul mercato. Da parte degli investitori ritiene ci sia un vantaggio a mixare tali strategie e ad investire in maniera diversificata sugli alternatives?

Il vantaggio di mixare differenti strategie di investimento alternative è indubbio, da un punto di vista di:

  • Scadenze e timing di investimento
  • Rendimento e rischio
  • Diversificazione di asset-manager
  • Asset sottostanti e mercati di investimento

Inserire gli alternatives nel proprio portafoglio finanziario garantisce una migliore efficienza in termini di rapporto rischio/rendimento; tale efficienza può essere ulteriormente ottimizzata tramite l’impiego di differenti strategie alternative, che possono lavorare sinergicamente con le tradizionali asset class per ottenere il migliore risultato possibile finale.

In Italia, nonostante il grande lavoro di educazione finanziaria, il macrosettore degli investimenti alternativi è ancora visto con diffidenza e scetticismo. In questo senso, qual è, secondo lei, la ragione principale per cui questo tipo di investimento è ancora poco considerato?

La cultura finanziaria media degli investitori italiani è decisamente inferiore alla media europea e anglosassone: l’Italia, relativamente all’indice totale di alfabetizzazione finanziaria, è al 25° posto su un totale di 26 paesi; solo il 30% degli italiani, ha competenze di base in finanza, contro una media OCSE del 62%. Inoltre, il nostro sistema bancario nazionale non ha mai svolto alcun ruolo di formazione nei confronti dei clienti per quanto riguarda gli investimenti alternativi, che di fatto sono ancora poco conosciuti anche dagli stessi addetti ai lavori.
L’asset class alternativa utilizzata prevalentemente in Italia è ancora quella standard e strutturata in veicoli tradizionali, come i fondi di investimento, piuttosto che i club deal e gli Eltif, con grande attenzione alla parte commerciale, che deve per forza di cose remunerare tutti i player coinvolti lungo la filiera di produzione e distribuzione del prodotto finanziario, spesso a scapito dei rendimenti finali per il cliente.

Alcuni investitori ritengono che la complessità e l’illiquidità degli investimenti alternativi siano limitanti e che tali caratteristiche superino i loro vantaggi. Cosa ne pensa a riguardo?

Gli investitori, in realtà, non sono in grado di valutare correttamente queste variabili, perché non conoscono a sufficienza le caratteristiche degli alternatives: una volta che i pro e i contro sono stati illustrati in modo serio e professionale, molti di questi tabù cadono; detto questo, devo riconoscere che l’investitore medio italiano è sempre poco propenso a considerare investimenti con un orizzonte temporale lungo e sono certo che questa sia una questione caratteriale che deriva dalla nostra storia millenaria. A questo proposito, per rendere più consapevole il cliente finale, credo che sia molto utile fare degli esempi concreti di come l’asset class si sia comportata nel 2020, in pieno lockdown e di fronte a una delle crisi finanziarie peggiori della nostra storia: essere in grado di proteggere e garantire realmente gli investimenti del cliente è premiante rispetto agli aspetti di illiquidità e di complessità.

Da consulente finanziario, qual è stata la sua esperienza nel mondo degli alternatives? Ha riscontrato dei cambiamenti di atteggiamento da parte dei suoi clienti nei confronti di questi strumenti nel corso degli anni?

La mia esperienza di Consulente Finanziario Indipendente (iscritto ad apposito Albo nazionale) è stata ottima, dal momento che gli alternatives mi hanno permesso di proporre ai miei clienti delle soluzioni di investimento innovative e poco conosciute, quindi, con una value proposition unica, che hanno fin da subito catturato l’attenzione degli imprenditori, propensi a valutare nuovi progetti stimolanti. Certo non è stato semplice raccontare gli investimenti alternativi, spiegando cosa fossero e perché nessuno prima di me li avesse mai presi in considerazione; un po’ di diffidenza iniziale è da mettere in conto ma poi la storia e i fatti hanno dimostrato, numeri alla mano, che tutte le promesse iniziali sono state rispettate, a prescindere dal contesto economico-finanziario. Anche in Italia, seppure con un ritardo mostruoso, gli alternatives si faranno spazio, si faranno conoscere e rappresenteranno sempre di più un’asset class finanziaria importante ed indispensabile: il fatto che l’attuale punto di partenza sia pressoché zero renderà la crescita ancora più esponenziale.

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